ESECUZIONE - Ci portiamo a terra in posizione di quadrupedia: le braccia ben distese, le mani posizionate sotto le spalle e le ginocchia sotto le anche. Chiudiamo gli occhi. Percepiamo il peso del corpo ben distribuito fra mani e piedi. Inspirando lentamente accentuiamo la curvatura lombare puntando i glutei verso l'alto, il mento sale mentre le spalle si allontanano dalle orecchie. Espirando, l'addome rientra e il mento scende verso lo sterno, arrotondiamo bene la colonna per puntarla verso l'alto, stringendo i glutei. Continuiamo ad eseguire seguendo il nostro respiro, mantenendo la nostra attenzione e consapevolezza alla colonna vertebrale. Ne percepiamo ogni movimento, notando anche la mobilità del bacino. Se riteniamo di doverci fermare ci porteremo lentamente con i glutei sui talloni e la fronte in appoggio, sul tappetino o sulle mani qualora non arrivasse a terra, per dar sollievo alla colonna prima di riprendere la pratica.
BENEFICI - Attraverso questa pratica elasticizziamo e rinforziamo tutta la colonna,
aumentandone gli spazi intervertebrali, e donando maggiore mobilità al bacino. Con il nostro respiro effettuiamo un profondo massaggio degli organi interni dell'addome. Particolarmente utile per alleviare il mal di schiena.CONTROINDICAZIONI - Non ha particolari controindicazioni, tuttavia, nel caso di discopatie o ernie discali, a seconda della loro collocazione, eviteremo di forzare troppo l'inarcamento, e il successivo allungamento della zona lombare, o i movimenti del collo (sia verso l'alto che verso il basso). Questo eviterà di andare a pizzicare la parte polposa (ernia) presente tra le vertebre o l'aggravarsi di una protusione.
SIMBOLOGIA - In verità questa pratica è più conosciuta come posizione mucca/gatto (Bitilasana e Marjariasana) ma ho preferito adottare la definizione dell’insegnante Gabriella Cella, ovvero posizione della tigre, poiché mi è molto cara l'immagine della divinità induista ad essa associata. Nella mitologia indiana Sarduli è la madre di tutte le tigri e funge da cavalcatura per Durga, le Dea Guerriera. Quest'ultima è la divinità simbolo del potere della trasformazione, della forza e della protezione, soprattutto per le donne. Si narra che Durga fu creata da un potente raggio luminoso prodotto dall'ira della Trimurti (Brahma il creatore, Visnu il conservatore e Shiva il distruttore) che si concretizzò nelle fattezze della dea guerriera, nata per combattere e uccidere il demone Mahishasura, in quanto nessun uomo o essere celeste sarebbe stato in grado di farlo. La dea era di una bellezza accecante, connubio delle splendide fattezze degli altri dei. Ognuno di loro le diede la sua arma principale e il decimo giorno della battaglia, con la luna piena, il demone fu finalmente ucciso nella forma di un bufalo. Durga rappresenta la vittoria della luce sull'oscurità e sulle forze che ostacolano il percorso verso la realizzazione spirituale. Una forza guerriera al femminile (ruolo tradizionalmente maschile) in grado di sostenere le donne e gli uomini che attraversano delle difficoltà nel loro percorso di vita e li aiuta ad affrontarle con forza, determinazione e saggezza.
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