mercoledì 23 settembre 2015

Viaggiare leggeri, aperti al fluire degli eventi, liberi da aspettative…e ritrovarsi a Toffia :)


Per molti questa può essere una vera e propria sfida. Siamo fin troppo abituati a pianificare ogni singolo minuto della giornata, ad incastrare i vari impegni, lavoro, famiglia, a programmare persino il tempo libero, dal caffè con un’amica alle tanto desiderate vacanze. Ho scoperto che siamo diventati talmente bravi a farlo che ormai ci viene automatico e l’idea di concedersi, non dico un viaggio, ma una piccola gita fuori programma, può anche creare non pochi disagi a livello emotivo. In alcuni casi programmare è doveroso e sicuramente utile ma, come tutte le cose, quando questo non è più in armonia con noi stessi o ci preclude delle esperienze, quando programmare ogni singolo spostamento è solo un modo per mascherare uno stato d’ansia ed il controllo è l’unica possibilità di alleviarlo, allora forse ci stiamo perdendo qualcosa…la spontaneità e la leggerezza.
Ho scelto questo argomento perché proprio di recente ho potuto constatare di persona come queste dinamiche possano precludere esperienze belle ed importanti. Avevo deciso da tempo di fare una visita ad un monastero buddhista che si trova nella provincia di Rieti, il Santacittarama, e, visto che voleva avvicinarsi alle pratiche meditative, ho proposto ad un’amica di accompagnarmi.
Siamo partite di buon mattino, con un tempo terribile in pieno temporale. L’idea iniziale era di arrivare al monastero presto per unirci alle pratiche dei monaci…ma anche no :) Non conoscendo la strada ce la siamo presa comoda e, senza programmarlo, ci siamo godute tutto il viaggio.
Complice il navigatore mal impostato, abbiamo fatto la strada più lunga e, con il senno di poi, la più bella in assoluto, tra campi verdi, alberi e terreni a perdita d’occhio. Perché alle volte basterebbe così poco per rendere un viaggio più piacevole: anziché percorrere autostrade, raccordi e bretelle scegliere la strada più lunga, quella che passa vicino ai paesini arroccati, lungo i boschi, tra i monti, quella dove ti arrivano i profumi buoni della natura e dei camini accesi e, se c’è tempo, trovare un posticino che ti piace e perché no? Visitarlo…e fu così che arrivammo a Toffia :)
Dopo aver fatto comodamente colazione ci siamo timidamente addentrate tra i vari vicoletti. La prima cosa che abbiamo notato erano i colori. C’erano cassette della frutta colorate sparse qua e là, attaccate alle finestre, ammonticchiate in un angolo di strada, usate come porta vasi che davano un’aria così allegra alle strade. Addirittura mentre passeggiavamo abbiamo notate che, quelli che per noi sono sempre stati dei tristi e banalissimi copri-contatori, qui erano delle opere d’arte. Ce n’erano di coloratissimi, con su scritte delle poesie, dipinti con immagini di raccolto e poi la storia di come nacque il mito della notte di San Lorenzo…a questo punto giravamo per le stradine a bocca aperta, gli occhi luminosi, come due bimbette nel paese dei balocchi. “Vieni qui, corri!” “Ohi, ma l’hai visto questo?!”
 

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LoVe
Tiz


 
 

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