mercoledì 30 settembre 2015

Adityasana - Dall'Edera alla Dea

Il 30 settembre, secondo il calendario celtico, inizia il mese di Gort, ossia il mese dell’Edera. Come non cogliere l’occasione per parlarvi di questa meravigliosa pianta, che amo praticamente da sempre.

L’edera è una pianta perenne, sempreverde e rampicante che cresce spontaneamente, quindi è molto facile trovarla sia in città che in parchi e boschi. Il suo fusto, legnoso e forte, tende ad aggrapparsi ad alberi, staccionate, muri e a qualsiasi altra cosa riesca ad assicurarle stabilità. Già questa sua caratteristica denota la sua natura calma ed imperterrita, l’edera con infinita pazienza è in grado di avvolgere lentamente ed interamente mura e case. Si dimostra quindi perseverante e costante nel portare a termine il lavoro intrapreso.Nonostante la facilità con la quale si espande e per la quale si è guadagnata l’antipatia di molti, l’edera non è da considerarsi tra le piante parassita. Infatti è in grado di procurarsi le sostanze nutritive a lei necessarie direttamente dalla terra, attraverso le sue radici. Tuttavia la sua presenza può rivelarsi d’intralcio allo sviluppo di altre piante che, a causa del suo ricco fogliame, spesso presente anche sul terreno, non riescono a trovare lo spazio necessario per giungere in superficie. Da sottolineare, però, che il suo avvinghiarsi ai tronchi degli alberi, contribuisce anche a difenderli sia dagli insetti che dagli effetti dannosi di alcune radiazioni emanate da certe apparecchiature. Si è notato infatti che in molti luoghi, l’aumento di edera degli ultimi decenni, cresce in base allo svilupparsi dell’inquinamento da microonde. Considerando questi aspetti spicca in modo rilevante la natura protettiva ed amorosa della pianta. Mi torna alla mente l’immagine degli amanti del bosco, ossia l’edera e l’albero, uniti nel loro abbraccio senza tempo. L’edera, proprio come un’amante, accudisce e protegge con infinita pazienza ciò che le dà sostegno e che ama ma, come in tutte le cose, ci vuole equilibrio, per non rischiare di avvolgere completamente e soffocare, limitando l’espansione e la crescita di chi l’accompagna in questo percorso di vita.

E proprio la crescita e l’espansione, il suo cammino sinuoso come quello di un rettile, non può non portare alla simbologia della spirale, a quell’idea di evoluzione, di perenne movimento rotatorio, esattamente come il continuo susseguirsi delle stagioni e, quindi, del tempo; allegoria, questa, che la lega all’eterna danza della vita ed al suo continuo espandersi. Oltre che al simbolismo della rinascita e dell’evoluzione, l’edera richiama anche l’idea del rinnovamento e, quindi, di una sorta di stato dell’essere eternamente giovane e fresco, mai del tutto consumato dalla vecchiaia o dalle avversità della vita. In antichità veniva utilizzata per vari scopi tra i quali spicca proprio quello di ritrovare quelle sensazioni e stati d’animo infantili e innocenti, nascoste nel profondo dell’Anima e chiamate “bambino interiore”, di proteggere e preservare l’innocenza e la purezza di spirito dei bambini stessi, poichè molto amata dalle fate e dagli spiriti della natura in generale, ed infine, di donare forza interiore e coraggio, risvegliando quel Guerriero spirituale che ognuno porta dentro di sè, mostrandogli la via luminosa per condurlo al centro del suo Cuore.

Riunendo tutte queste caratteristiche non si può fare a meno di associare l’edera alla Madre Terra, alla Dea, e quindi di considerarla come una pianta legata profondamente alla sfera del femminile. La sua sinuosità, il suo procedere così lento e languido, ricordano le movenze di una danzatrice arcaica, e il suo lato protettore e avvolgente come un abbraccio, riporta all’amore dato dall’istinto materno. Secondo antiche usanze è in grado di proteggere e di procurare amore e fedeltà, ma anche di favorire la fecondità ed il concepimento. Inoltre la forma delle sue foglie pentalobate, richiamano alla memoria i cinque aspetti della Dea: Nascita, Iniziazione, Amore, Riposo e Morte.
 
Ed è proprio con quest’ultima immagine, ovvero la forma della foglia dell’edera e la Dea, che volevo introdurre la posizione yoga Adityasana, posizione di Adity, la Madre di tutti gli Dei.
E’ curioso notare come il corpo in questa asana (posizione) assuma proprio una forma a cinque punte ed infatti è una posizione questa che manifesta tutta la potenza dell’energia femminile, insita in ognuno di noi, sia uomini che donne.

Prima di entrare nella posizione ci sediamo a terra, strofiniamo i palmi delle mani fino a produrre del calore ed iniziamo a massaggiare il nostro corpo, dal basso verso l’alto con movimenti rotatori. Questa posizione non ha particolari controindicazioni ma prepariamo adeguatamente il nostro corpo massaggiando bene le gambe, soprattutto l’interno coscia, l’articolazione dell’anca e la schiena. Massaggiamo anche le braccia, le spalle ed il collo.
Seduti a terra, con il busto ben eretto, le ginocchia divaricate e le piante dei piedi unite, afferriamo le caviglie tenendo le braccia tese e le spalle indietro. Inspirando allunghiamo bene la colonna verso l’alto ed espirando lentamente scendiamo con il busto in avanti, contemporaneamente togliamo le mani dalle caviglie per portarle con i palmi sovrapposti sotto le punte dei piedi.
Nella posizione completa il viso tocca i piedi e gli avambracci sono poggiati a terra ma la posizione è altrettanto efficace anche se non la si esegue completamente. La manteniamo per alcuni respiri, senza forzare, allentando ogni tensione dalle gambe, dalle anche, dall’addome, la schiena è completamente rilassata, come anche le spalle ed il collo. In qualsiasi momento, se sentiamo di doverlo fare, sciogliamo la posizione, massaggiamo nuovamente il corpo, per poi rientrarvi.

Benefici della posizione: massaggia e tonifica l’apparato genitale; aumenta la potenzialità sessuale; elimina il mal di testa, mal di stomaco ed allevia i dolori mestruali; tonifica i muscoli dorsali; aumenta il flusso mestruale, perciò è bene evitarla in caso di mestruazioni già abbondanti.
 
Namaste
Tiz
 
 

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