lunedì 19 marzo 2018

La favola dell'albero Sole e Luna


Per me gli alberi sono stati sempre una fonte preziosa di profonde emozioni e di bella energia. Ogni qualvolta mi ritrovo ad aggirarmi per le strade della mia città, rivolgo sempre il naso un po’ più in su, e li osservo, li ammiro e a volte mi perdo anche, tra quelle altezze e colori.

Pensando ad alcune popolazioni dove gli alberi vengono considerati i fratelli alti e saggi io li sento un po’ come dei compagni di viaggio, che cerco con lo sguardo e ritrovo sempre lì, ben radicati nella loro saggezza, amorevoli e nella gioiosa espressione della loro bellezza in ogni stagione della vita. 
Tra i tanti compagni di viaggio ce n’è uno in particolare, fino a poco tempo fa ai miei occhi unico nel suo genere, che un giorno attirò la mia attenzione al punto di farmi scendere dall’autobus per andarlo a vedere da vicino. Con enorme stupore mi ritrovai davanti a questo albero che aveva cangianti foglie rosse accese dai raggi del sole e, un po’ più in là, tante tenere foglie verdi tra le quali spiccavano una miriade di piccoli fiori candidi, perfettamente diviso a metà, quella inferiore di una specie e quella superiore di un’altra. Non avevo mai visto una cosa del genere e da quel giorno l’ho portato nel mio cuore, accarezzandolo con lo sguardo ogni volta che passavo di lì, e ogni tanto domandandomi anche come fosse possibile e perché. Me lo sono chiesta fino a quando, proprio mentre parlavo di lui, un’anima bella e amica mi ha raccontato la favola di Pictor, l’albero che era insieme Sole e Luna! :)

Pictor è il protagonista di un racconto breve di Hermann Hesse dal titolo Favola d’Amore.
E’ un’anima sensibile che ha negli occhi l’accesso al Paradiso, dove i fiori cantano e sorridono, dove tutto è armonia e trasformazione. Pictor è estasiato da tanta bellezza ma allo stesso tempo si sente molto inquieto, questo perché pur trovandosi in questo posto meraviglioso ancora lo vive come un uomo qualsiasi, ossia uno spettatore di tanta perfezione, non sentendosi per nulla parte integrante di essa. Tutto questo divenire gli fa percepire ancor di più la sua paura dell’ignoto ed il bisogno di aggrapparsi a delle certezze inseguendo il desiderio di un’ideale felicità.



A un certo punto nel suo viaggio incontra un meraviglioso e saggio uccello al quale chiede dove sia la felicità e la risposta non può non essere che questa: “è ovunque, sui monti e nelle valli, nei fiori e nei cristalli!”…quindi è Qui ed Ora. Ma essere nel Qui e Ora e vivere il presente porta con sé un profondo senso di incertezza che deriva dal ritrovarsi ad abbandonare le costruzioni del passato e le pianificazioni del futuro. Obbliga ad essere nel flusso continuo di trasformazione che è proprio della vita, e questo a Pictor fa tanta paura. Tanto che quando gli viene data la possibilità attraverso una pietra magica di esprimere un desiderio si aggrappa ad un ideale di felicità, di pace e di forza e sceglie di trasformarsi in un albero.




Passano gli anni e l’albero Pictor sembra essere felice fino al momento in cui si accorge che tutto intorno a lui è in continua trasformazione, mentre lui è sempre lo stesso. Non partecipando al gioioso divenire dell’esistenza, non sente più la vita dentro di sé e a poco a poco diventa sempre più triste, stanco e afflitto.
Ma ecco che un bel giorno si perde in quell’angolo di Paradiso una bionda fanciulla, piccola e pallida come la Luna, che corre e canta gioiosa tra gli alberi. Il suo cuore è libero da ogni preoccupazione, non ha il desiderio di essere altro da quello che è. Lei non cerca la felicità, ma vive con gioia il mondo che la circonda ed il mondo di rimando sorride al suo passaggio.
L’albero Pictor nel vedere la fanciulla non può che sentire ancora di più quel senso di incompletezza che lo fa tanto soffrire ma che in quel momento lo porta a ritirarsi profondamente in sé come ultima possibilità di riscatto. Nel vuoto meditativo Pictor ritrova la sua natura più profonda e la fanciulla lo percepisce, commossa dal suo dolore gli apre il proprio cuore e si appoggia a lui…un brivido li attraversa…lei sente le sue emozioni! Questo è possibile perché è essa stessa in contatto con il suo sentire e non ne ha paura. Attenta a ciò che accade fuori e dentro di lei non si fa domande, non interrompe il flusso del divenire ma asseconda quella saggezza interiore che da sempre la guida.
Quando le viene data la possibilità di esprimere un desiderio la bionda fanciulla, piccola e pallida come la Luna, in un soffio svanisce e, per espressione di un pensiero d’amore, diviene un tutt’uno con l’albero Pictor.

“Ora tutto era a posto, il mondo era in ordine, solo ora era stato trovato il paradiso, Pictor non era più un vecchio albero intristito, ora cantava forte Pictoria. Vittoria. Era trasformato. E poichè questa volta aveva raggiunto la vera, l’eterna trasformazione, perché da una metà era diventato un tutto, da quell’istante potè continuare a trasformarsi, tanto quanto voleva. Incessantemente il flusso fatato del divenire scorreva nelle sue vene, perennemente partecipava della creazione risorgente ad ogni ora.”

Prima di lasciarvi alla lettura della favola di Hermann Hesse volevo precisare che l’albero di cui vi ho parlato esiste davvero!…e da quando conosco questa favola ne ho incontrato anche un altro…e un altro ancora…Questa cosa che pensavo fosse tanto curiosa sta diventando quasi la normalità, nel mio mondo è pieno di alberi Sole e Luna…se ne incontrate anche nel vostro me lo dite? :)

Per leggere Favola d’Amore di Hermann Hesse clicca QUI

Devi Pritam




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