venerdì 9 marzo 2018

Yoga Sutra di Patanjali


Lo Yoga Sūtra di Patañjali è un testo filosofico indiano, risalente ad un'epoca storicamente imprecisata compresa tra il III sec a.C. ed il IV sec. d.C., ritenuto fondamentale ed unico nel suo genere.
L'opera consiste in una raccolta di 196 aforismi (sūtra), ovvero delle brevi e significative frasi concepite per essere memorizzate con facilità in modo da essere riportate oralmente, come da tradizione, per condividere e tramandare la conoscenza. Questi aforismi delineano il percorso che il vero praticante di Raja Yoga dovrebbe seguire per raggiungere lo stato di samadhi o supercoscienza cosmica.

Nella scuola di pensiero induista il Raja Yoga è uno dei diversi sentieri dello Yoga insieme al Karma Yoga (dell'attività realizzativa), Bhakti Yoga (dell'armonia cosmica) e lo Jñāna Yoga (della conoscenza e della saggezza).
Il Raja Yoga è il “percorso regale” che porta all'Unione tramite la padronanza di sé ed il controllo della mente. Questo tipo di Yoga insegna la padronanza dei sensi e delle vritti (fluttuazioni, onde di pensieri che costituiscono l'attività della mente), come sviluppare la concentrazione e propone il metodo della meditazione e dell'introspezione come mezzo supremo di realizzazione, includendo vari elementi di altre forme di Yoga.


Nei suoi aforismi Patañjali divide il Raja Yoga in otto stadi:

1 -
Yamas, le cinque adempienze con il mondo esterno 
2 - Nyamas, le cinque osservanze con la propria dimensione interiore
3 - Asanas, le posizioni per dare solidità e forza all'organismo fisico
4 - Pranayama, il controllo dell'energia vitale e della parte emotiva
5 - Pratyahara, il dominio ed il superamento degli organi dei sensi
6 - Dharana, la concentrazione fissa e l'attenzione della mente
7 - Dhyana, la meditazione o controllo completo della mente
8 - Samadhi, l'aspetto trascendente e liberativo più alto e realizzante.


“Questi particolari precetti, che costituiscono la parte iniziale e basilare del Raja Yoga, sono essenziali per purificare il nostro organismo biopsichico e sopratutto per aiutare il praticante a superare tutti gli ostacoli distruttivi, più o meno difficili che si presentano sulla via dell'evoluzione interiore, tra i quali: malattia, dubbio, torpore, pigrizia della mente, assenza di entusiasmo, attaccamento ai sensi, respiro irregolare, tremore del corpo, dolore, angoscia mentale, ecc. Sempre secondo il Guru Patanjali, questi si eliminano anche coltivando in noi amicizia, letizia, ottimismo, misericordia, serenità interiore, che rendono calma e serena la Chitta, la sostanza della mente.” (*)



Namaste
Devi Pritam








(*) Tratto dal libro "Lo Yoga dei grandi Maestri" di Giorgio Furlan - Ed. Mediterranee
  



Nessun commento:

Posta un commento