Giusto qualche settimana fa mi sono trovata a parlare con una mia allieva di questo passaggio così delicato quanto fondamentale nella vita di una donna: la menopausa.
Parlare con lei mi ha aperto un mondo, finora non avevo avuto la necessità personale di approfondire l’argomento e, riflettendoci, l’unica cosa che avevo ben chiara è che per tradizione non è vissuta per nulla bene. Troppo spesso vengono sottolineati solo i fastidi che ne derivano: si inizia con i cicli irregolari, a volte le emicranie, si è preda dell’irritabilità, dell’ansia per arrivare infine alle temute vampate. Questi sono solo alcuni dei sintomi più comuni che naturalmente variano da donna a donna, e da non banalizzare, assolutamente. Ma ciò che ci tenevo a sottolineare è che troppo spesso però ci si dimentica che si tratta di un passaggio naturale ed evolutivo del nostro corpo, un momento di crescita ricco di significati da scoprire e di segnali da imparare a riconoscere, un’occasione quindi per dare attenzione al nostro corpo ed imparare ad ascoltarci. Ad esempio le
vampate, questo fenomeno che crea effettivamente non poco disagio, sono il segnale che il nostro corpo ci invia per farci capire che è necessario cambiare ritmo, che c’è bisogno di rallentare e concedersi più riposo, e la loro intensità è direttamente proporzionale allo stato di stress accumulato.
La menopausa può quindi rivelarsi un’occasione per fare amicizia con sé stesse in un modo del tutto nuovo, ascoltandosi e accompagnandosi in questa fase così nuova e sconosciuta, e la pratica yoga può sicuramente aiutarci in questo. Infatti una ricerca del Mind/Body Institute dell’Università di Harvard ha rilevato che praticare yoga riduce l’intensità e la frequenza delle vampate e fa diminuire il disagio psicologico che ne deriva, conclusioni confermate anche dall’Università della California di San Francisco, che ha rilevato anche un aumento del colesterolo buono e delle ore di sonno nelle donne che seguono questa disciplina.
Le asana consigliate per ottenere benefici includono diverse posizioni di allungamento ed invertite ma viene comunque sempre sottolineata l’importanza e l’efficacia del respiro. Ed è proprio su questo che volevo soffermarmi, anche per poter andare incontro al praticante meno esperto.
Parlare con lei mi ha aperto un mondo, finora non avevo avuto la necessità personale di approfondire l’argomento e, riflettendoci, l’unica cosa che avevo ben chiara è che per tradizione non è vissuta per nulla bene. Troppo spesso vengono sottolineati solo i fastidi che ne derivano: si inizia con i cicli irregolari, a volte le emicranie, si è preda dell’irritabilità, dell’ansia per arrivare infine alle temute vampate. Questi sono solo alcuni dei sintomi più comuni che naturalmente variano da donna a donna, e da non banalizzare, assolutamente. Ma ciò che ci tenevo a sottolineare è che troppo spesso però ci si dimentica che si tratta di un passaggio naturale ed evolutivo del nostro corpo, un momento di crescita ricco di significati da scoprire e di segnali da imparare a riconoscere, un’occasione quindi per dare attenzione al nostro corpo ed imparare ad ascoltarci. Ad esempio le
vampate, questo fenomeno che crea effettivamente non poco disagio, sono il segnale che il nostro corpo ci invia per farci capire che è necessario cambiare ritmo, che c’è bisogno di rallentare e concedersi più riposo, e la loro intensità è direttamente proporzionale allo stato di stress accumulato.
La menopausa può quindi rivelarsi un’occasione per fare amicizia con sé stesse in un modo del tutto nuovo, ascoltandosi e accompagnandosi in questa fase così nuova e sconosciuta, e la pratica yoga può sicuramente aiutarci in questo. Infatti una ricerca del Mind/Body Institute dell’Università di Harvard ha rilevato che praticare yoga riduce l’intensità e la frequenza delle vampate e fa diminuire il disagio psicologico che ne deriva, conclusioni confermate anche dall’Università della California di San Francisco, che ha rilevato anche un aumento del colesterolo buono e delle ore di sonno nelle donne che seguono questa disciplina.
Le asana consigliate per ottenere benefici includono diverse posizioni di allungamento ed invertite ma viene comunque sempre sottolineata l’importanza e l’efficacia del respiro. Ed è proprio su questo che volevo soffermarmi, anche per poter andare incontro al praticante meno esperto.
Se siamo proprio a digiuno di tecniche di respirazione possiamo sperimentare la respirazione consapevole. Iniziamo col sederci in una posizione comoda, se siamo a gambe incrociate porteremo i dorsi delle mani poggiati sopra le ginocchia e le dita a mudra nel gesto della conoscenza (pollice e indice uniti e le altre dita rilassate o distese) se invece lo preferiamo possiamo utilizzare una sedia avendo però l’accortezza di non appoggiarci allo schienale bensì sedendoci sul bordo in modo da mantenere la schiena dritta, le mani adagiate sulle cosce con i palmi rivolti verso l’alto, i piedi ben poggiati a terra. Chiudiamo gli occhi e portiamo l’attenzione al nostro respiro. Lo osserviamo, senza modificarlo…siamo semplici spettatori del nostro respiro. Percepiamo l’aria più fresca che entra dalle nostre narici e l’aria più calda che ne fuoriesce…inspiriamo prana, energia vitale, calma, gioia…ed esaliamo tossine, tensioni, preoccupazioni accumulate. Continuiamo a mantenere l’attenzione al respiro per alcuni minuti, al termine dei quali riapriremo gli occhi e lentamente scioglieremo la posizione.
Pochi minuti di pratica al giorno, o quando ne sentiamo la necessità, sono già un passo importante per imparare ad ascoltare il nostro corpo e ridurre ansia e stress accumulato.
Se siamo un pochino più pratici di tecniche respiratorie, possiamo provare a sperimentare Sitali pranayama – la respirazione rinfrescante.
Se siamo un pochino più pratici di tecniche respiratorie, possiamo provare a sperimentare Sitali pranayama – la respirazione rinfrescante.
Questa tecnica, tratta dalla tradizione del Kundalini Yoga, è molto utile per rinfrescare tutto il corpo, alleviare i fastidi derivanti dalle vampate e il calore interno in generale dovuto al caldo eccessivo. Viene utilizzata per abbassare la febbre e disintossicare il corpo. Spesso la lingua può avere un sapore amaro in un primo momento, questo è un segno di intossicazione. Continuando la pratica il gusto della lingua si addolcirà.
Anche per questa respirazione iniziamo col sederci in una posizione comoda, se siamo a gambe incrociate porteremo i dorsi delle mani poggiati sopra le ginocchia e le dita a mudra nel gesto della conoscenza (pollice e indice uniti e le altre dita rilassate o distese), se invece lo preferiamo possiamo utilizzare una sedia avendo però l’accortezza di non appoggiarci allo schienale bensì sedendoci sul bordo in modo da mantenere la schiena dritta, le mani adagiate sulle cosce con i palmi rivolti verso l’alto, i piedi ben poggiati a terra. Chiudiamo gli occhi. Come se volessimo pronunciare una “U”, portiamo le labbra a cerchietto in avanti. Vi facciamo passare in mezzo la lingua, inspirando profondamente quest’ultima si ripiegherà su se stessa formando una “U”. Se non dovessimo riuscirci porteremo comunque le labbra in avanti a cerchietto e la punta della lingua durante l’inspirazione sarà poggiata appena dietro le labbra per cogliere l’aria fresca che entra.
Secondo la tradizione Kundalini si inspira in questo modo poi si chiudono le labbra e lentamente si espira con il naso, questo per almeno cinque minuti.
Vorrei invece adottare la variante di Gabriella Cella, insegnante di Ratna Yoga, dove una volta inspirata aria fresca questa viene spinta nell’addome a rinfrescare ulteriormente il corpo.
Per far questo una volta inspirato profondamente (dovremmo percepire la lingua molto fresca) chiuderemo le labbra e forzeremo la deglutizione spingendo nell’addome la sensazione di freschezza. Tratterremo il respiro per 3 o 4 secondi e poi espireremo lentamente dal naso. All’inizio deglutire in modo non spontaneo potrebbe essere un pochino difficoltoso ma con la pratica diverrà meno forzato. Già dai primi respiri inizieremo a percepire la sensazione di freschezza crescere all’interno dell’addome. Se vogliamo, durante la pratica, immaginiamo il flusso dell’aria che si muove all’interno del nostro corpo. Inspiriamo questo fluido lievemente azzurro, dalla freschezza lunare e lo inviamo all’addome dove lo sentiremo espandersi. Durante l’esalazione visualizziamo un fluido giallo, caldo, che dal nostro centro solare sale per andare a disperdere il calore del nostro corpo attraverso le narici…e poi ancora inspiro freschezza lunare, la invio all’addome e esalo calore dal centro solare…continuiamo la pratica per alcuni respiri, al termine dei quali apriremo gli occhi e scioglieremo lentamente la posizione.
Questa respirazione non ha particolari controindicazioni, l’unica accortezza da tenere, nel caso soffrissimo di pressione alta, sarà quella di evitare la fase di trattenimento del respiro.
Ogni volta che pratico questa respirazione sento davvero a lungo perdurare la sensazione di freschezza nell’addome ed è molto piacevole, specialmente in questi giorni di caldo improvviso. Mi piacerebbe conoscere l’esperienza di chi proverà questa respirazione per la prima volta o per alleviare il fastidio delle vampate, quindi non esitate a commentare o chiedere, sarò felice di rispondervi quanto prima.
Namaste
Tiz
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