Quante volte ci è capitato di vedere praticanti di yoga nella nota posizione a gambe incrociate e le mani poggiate sulle ginocchia in un gesto che sembra un OK rovesciato?
Quella specie di OK in realtà è una potente mudra (gesto o sigillo) che si chiama Jnana Mudra (pronuncia gnana mudrà). Se rimaniamo in silenzio in quella posizione per alcuni secondi, riusciremo a percepire un senso di calma profonda che ci pervade poiché ci aiuta a scendere nel nostro profondo, preparandoci alla meditazione o al pranayama (pratica di controllo del respiro).
Le mudra sono gesti delle mani, usati in varie religioni, che donano benefici sul piano fisico, energetico e/o spirituale, infatti non è un caso che vengano definiti anche come "lo Yoga delle mani".
In particolare Jnana Mudra è un rimedio universale per migliorare gli stadi di tensione e disordine
mentale, stimolare la memoria e la concentrazione. Lo si usa anche
contro l'insonnia, la sonnolenza, la depressione e la pressione alta.
Attiva
l'elemento metallo ed è associato con il colore bianco, un apparente
vuoto in cui si nasconde la pienezza. Il bianco è il colore della
nascita e della morte, del nuovo inizio e del completamento, dell'unità e
della pace.
Jnana e Chin sono le mudra più conosciute dell'Hatha Yoga. Quando le dita puntano verso il Cielo, è chiamata Jnana Mudra, quando puntano verso la Terra, Chin Mudra.
Entrambi simboleggiano la natura del collegamento della coscienza umana (l'indice) con il Divino (il pollice). Le tre dita allungate rappresentano i tre guna - le qualità che mantengono l'evoluzione sia nel microcosmo che nel macrocosmo: tamas (letargia), rajas (attività) e sattva (equilibrio e armonia). Il cerchio chiuso dell'indice con il pollice raffigura il vero scopo dello yoga - l'unione dell'Atman, l'anima individuale, con il Brahman, l'anima del mondo.
Troviamo questa mudra nella raffigurazione di molte divinità induiste: la mano destra è solitamente sollevata all'altezza del cuore e il pollice e l'indice a contatto tra loro rivolti verso il fedele. E' il gesto di chi impartisce un insegnamento.
Anche i buddisti conoscono questo gesto e lo chiamano Vitarka mudra (il gesto della discussione); con questa mudra la divinità o Buddha sottolinea il significato delle parole.
Può essere eseguito in due modi: il primo unendo il pollice e l'indice di entrambe le mani dove il pollice si appoggerà all'estremità dell'unghia dell'indice, le altre dita rilassate e distese. Il secondo si esegue facendo in modo che la punta dell'indice arrivi a toccare la prima falange del pollice.
Pratica:
Seduti a gambe incrociate oppure su una sedia, mantenendo la schiena dritta, appoggiamo il dorso delle mani sulla parte superiore delle ginocchia mantenendo le spalle rilassate. Uniamo pollice e indice di entrambe le mani nella mudra della conoscenza, Jnana Mudra. Gli occhi sono chiusi, il nostro sguardo interiore rivolto allo spazio tra le sopracciglia, cercando di mantenere la concentrazione, ripetiamo mentalmente la seguente affermazione per alcuni minuti:
"La conoscenza divina rende la mia vita più ricca e più facile,
la saggezza divina rallegra il mio cuore e mi indica la via."
Durante la pratica potrebbe capitare che la mente inizi a vagare tra i pensieri. Nessun problema, accogliamo con amorevole gentilezza questi pensieri e poi lasciamoli andar via. Riportiamo l'attenzione del nostro sguardo interiore allo spazio tra le sopracciglia e riprendiamo a ripetere la nostra affermazione.
Una volta imparate le due frasi, dopo averle ripetute per più volte, iniziamo a comprenderne il senso e a connetterci con le sensazioni positive interiori da esse evocate, ossia la serenità derivante da una vita più ricca e più facile, allegria e apertura del cuore, discernimento, sostegno e protezione dall'intero universo.
Buona pratica!
Se avete domande o esperienze da voler condividere vi invito a commentare il post.
Pace e gioia
Devi Pritam
Devi Pritam
Una esposizione molto chiara. Grazie. 🙏
RispondiEliminaBenvenuta e grazie a te 🙏🌸
RispondiElimina